La Cerimonia
Cenni storici
La chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, dedicata alla Natività di Maria, fu eretta a partire dal 1352 e terminata nel 1353, sul sito di una precedente chiesa dedicata all'Annunciazione alla Vergine Maria costruita nel V secolo, dove già si venerava un'immagine lignea dellaVergine. Questa chiesa era stata innalzata sopra un antico sacello di Priapo, i cui misteri religiosi erano ivi celebrati.Nei pressi sorgeva anche la piccola ed ugualmente antica cappella di Santa Maria dell'Itria, nome derivante per deformazione da "Odigitria", che è il nome di un particolare culto ed aspetto mariano di origine bizantina riconoscibile da una iconografia specifica, cioè col bambino in braccio nell'atto di benedire, e diffuso in tutto il sud dell'Italia. Nel 1453 il re Alfonso d'Aragona concesse la chiesa ai canonici lateranensi, per essere poi restaurata nel 1520, nel 1820 e nel 1853. In origine l'ingresso principale della chiesa era presso l'altare maggiore, ma nel 1506 fu spostata sulla facciata rivolta verso la città.Nel 1571 don Giovanni d'Austria, comandante della flotta della Lega Santa, si recò in agosto a pregare la Madonna di Piedigrotta prima della battaglia di Lepanto e vi ritornò in ottobre in ringraziamento, dopo avere sconfitto la flotta dell'impero ottomano. L'interno della chiesa fu rimaneggiato tra il 1809 ed il 1824 e nel 1912 la chiesa fu eretta a parrocchia dal cardinale Prisco.
Descrizione
Esterno
L'attuale facciata, dove vi era un affresco di Giacinto Gigante del 1853 poi perduto, fu realizzata da Errico Alvino mescolando linee rinascimentali ad altre gotiche. Nel timpano c'è un bassorilievo che rappresenta la Madonna, a sinistra re Alfonso d'Aragone in ginocchio, a destra Agostino d'Ippona, padre ispiratore dei Canonici Lateranensi e, in piedi, papa Niccolò V. Sotto il timpano c'è l'iscrizione:
Il portale in noce fu scolpito da Bernardo Manco nel 1853 e reca i quattro evangelisti e i SS. Apostoli Pietro e Paolo. Sull'architrave della porta spicca lo stemma dei religiosi lateranensi, quello aragonese e quello dei Capece-Galeota, una delle nobili famiglie napoletane che finanziò il restauro. Sul portale appare la scritta:
Nella cappella a dedicata alla “Madonna di Pompei” si possono ammirare la “Crocifissione”, una “Pietà con Antonio da Padova” di Wenzel Cobergher e la “Madonna del Latte”. Nel transetto, nella pala sopra l'altare, una tela col “Calvario” ai cui lati sono “Gesù Risorto” e la “Maddalena”. Segue la cappella con il “Martirio di Agostino d'Ippona” di Giuseppe Mancinelli e sotto il “Matrimonio tra Giuseppe e Maria” di Bernardo Cavallino(XVII sec.). Seguono le cappelle Filangieri chiuse da un artistico cancello in ferro battuto con lo stemma di famiglia alla fine delle quali, in fondo, si scorgono i monumenti a Gaetano Filangieri mentre in basso quello di suo figlio Carlo di Nicola Renda.
Dalla cappella Filangieri si sale sull'altare maggiore dove vi è la statua lignea dipinta della Madonna di Piedigrotta di Tino da camaino (1339) ornata nel1802 da due corone d'argento ed il tabernacolo di Pier Paolo Farinelli. Dietro l'altare vi è il coro ligneo (1525) con dodici statuette degli apostoli e con, sotto il finestrone centrale, il tabarro della Madonna che fu posto in bacheca negli anni sessanta cioè durante l'ultimo restauro. Nell'ultima cappella dedicata a “San Lazzaro” vi sono i soggetti di Belisario Corenzio: la “SS. Trinità con la Madonna e gli Angeli”, gli “Evangelisti”, la “Guarigione dell'ossesso” e la “Resurrezione del fanciullo di Naim”.